Quando il governo Prodi lo
impose con un cambio assai sfavorevole che sfiorava le 2 mila Lire per ogni
euro, non ci diedero neanche il tempo di accorgerci di quello che stava
succedendo, e che poi sarebbe successo, dandoci solamente 60 gg. di doppio
cambio per poi sostituire definitivamente la vecchia valuta con la nuova. Era
il 2002, appunto, quando dodici degli allora quindici stati dell’Unione,
convertirono la loro moneta nazionale in Euro. Gli inglesi sono stati più lungimiranti e più cauti di noi italiani, e non hanno aderito alla nuova valuta che nasceva senza uno stato, senza
una banca centrale, senza una politica monetaria comune. E il tempo ha dato ragione ai sudditi della Regina. Perché quelli che erano i buoni propositi di u progetto nuovo e pieno di speranze, si sono trasformati in una diretta e oligarchica gestione appannaggio esclusivo della tesoreria franco-tedesca che faceva, e fa tutt'ora, quello che vuole. Intanto, l'imbroglio dello spread ci ha messo in ginocchio, con i nostri titoli che
producono interessi da capogiro, al contrario di quanto, invece, avviene
nell’Europa del nord, che con le sue banche e la sua economia antitetica
rispetto al resto dei paesi dell’unione, produce solo reddito su quelle che
sono le ingestibili dinamiche di questa fantomatica unione.
Perché se l'euro fosse
effettivamente una moneta europea, invece che una moneta che alimenta la
speculazione dei paesi più forti politicamente ed economicamente (vedi la
Germania), la crisi che strangolano paesi come Grecia, Cipro, Portogallo, Italia
e Spagna, non sarebbe così disastrosa e senza speranza. In questa situazione a dir poco
spettrale e paradossale, l’ultimo governo Monti ha esasperato una situazione
che adesso è veramente sull’orlo del baratro. La stretta economica che si è abbattuta su alcuni paesi membri come
l’Italia è preoccupante per il futuro delle nostre generazioni. È in pericolo
la sovranità economica, politica e immobiliare dell'Italia e di quelli che
versano nella nostra situazione. Si è badato a tenere sotto controllo i conti
dello Stato a spese degli italiani, con riforme che in termini di equità hanno messo alla luce molti dubbi e gravi lacerazioni nel tessuto sociale. Restare ostinatamente in
Europa, alle condizioni che hanno deteriorato la vocazione e la tradizione industriale nazionale, è pura follia.
Continuare a subire i diktat franco-tedeschi è un esercizio al
massacro che alimenta la disgregazione politica e diseguaglianza fra i paesi
dell’area europa. L’Italia gode di una posizione strategica nello scacchiere
geografico del Mediterraneo fondamentale per l’Occidente del pianeta. È
fondamentale che il nuovo governo, consideri la possibilità di rinegoziare le
condizioni che hanno ingessato le economie di molti paesi dell’Unione, a
vantaggio delle banche tedesche e di una politica germanica miope e accentratrice.
Il tempo delle illusioni e della demagogia, deve lasciare spazio alla forza del
riscatto nell’ambito di una sovranità nazionale troppo spesso sacrificata per
interessi e finalità poco convergenti con le origini del progetto europeo.
Massimo Manfregola
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hai scritto bene: l'errore e a monte! Non solo il cambio concordato (?) era ed è esageratemente squilibrato ma da noi in Italia (e dove se no?)la situazione è presto degenerata: quello che costava 5.000 lire è ben presto diventato 5 euro. Qualcuno si è arricchito, i più hanno cominciato a tirare la cinghia ed oggi la Grecia è più vicina che mai... Adriano
RispondiElimina