martedì 26 marzo 2013

RIFORMARE LO STATO SU DUE PUNTI FONDAMENTALI: GIUSTIZIA E FISCO




La Sinistra dimostra di non avere una cultura e la necessaria competenza per le riforme importanti del Paese. Il Centro-destra, come ormai ci ha abituati, sonnecchia e si distrae con altri problemi... E intanto la demagogia regna sovrana, mentre l'economia va al macero e la disoccupazione avanza irrefrenabile. È come se la politica non avesse consapevolezza di una realtà troppo distante dalla sua miope visione della realtà. Poche mosse strategiche dovrebbero essere attuate per questa emergenza senza precedenti:

1. La riforma della Giustizia;
2. Quella della Finanza.

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
Non vi può essere nessuna riforma se prima non ci si impegna ad una sostanziale riforma della GIUSTIZIA (a tutela dei consumatori e dell'impresa). Bisogna partire dall'università (formazione degli studenti di giurisprudenza) e passando dai concorsi in magistratura. Occorre che ci sia la responsabilità civile dei giudici e una certa garanzia sulla terzietà della magistratura e revisione dei Codici e degli iter processuali. È indispensabile garantire alla nazione la certezza del Diritto, con una magistratura più snella, veloce ed incisiva. Udienze risolute, riducendo drasticamente quei rinvii che allungano inesorabilmente le cause di lavoro. Basta con questa giustizia che non offre risposte giuste, tempestive e congrue. È indispensabile garantire una profonda riforma della magistratura e una selezione dei giudici a garanzia delle terzietà di alcuni, palesemente impegnati ad intermittenza nelle fila delle politica. 

RIFORMA DEL FISCO
Fisco usuraio
Abrogazione di tutte le leggi fiscali in atto e attuazione di una immediata riforma finanziaria più facile e burocraticamente meno ingarbugliata di sempre. Come in qualsiasi azienda, è bene che il bilancio del Paese possa essere pianificato a priori sulla carta di ogni impresa e di ogni famiglia, con il calcolo della differenza fra entrate e uscite. Per fare questo è indispensabile che il Fisco venga diviso in scaglioni (per reddito prodotto) in modo che ognuno possa pagare un fisso annuo, più o meno congruo alla sua attività e quindi al suo reddito. Basta con i mille balzelli e la miriadi di leggi e decreti che strangolano l'impresa con adempimenti e costi aggiuntivi. Non è possibile fare impresa se non si conosce esattamente quelle che sono le uscite da programmare!Pagare un FISSO/Anno, in modo che sarà più facile stabilire chi paga e chi non paga le tasse! Questa dovrebbe essere la soluzione più immediata e risolutiva. Non ci vogliono i Prof della Bocconi, ma il buon senso che un bravo imprenditore e un bravo amministratore di famiglia mette in atto quotidianamente!

IL PROGETTO EUROPEO È FALLITO
Bisogna uscire dall'EUROPA, perché un sistema disomogeneo come quello che conosciamo, è utile solo alla speculazioni delle banche tedesche e francesi. Il sistema europa, così com'è strutturato e governato, è un fallimento su ogni fronte! Per il suo potenziale e la sua collocazione strategica, l'Italia può fare a meno di questo complotto finanziario disorganizzato. I sistemi economici, politici e finanziari di ogni paese europeo sono fin troppo antitetici fra loro. Non ci può essere sistema fra le economie di ogni singolo stato europeo. È demagogico pensare che si possa gestire una comunità di stati senza un governo centrale, una economia omogenea e senza che ogni paese abbia risolto i suoi problemi di natura endemica. Ricominciare la ricostruzione senza fardelli. 

Massimo Manfregola

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